Ultima modifica: 01/08/2023
Non esiste un "robot collaborativo". Questa è una delle prime dichiarazioni di chi lavora nella robotica collaborativa. Il motivo è che un robot può essere progettato per un compito collaborativo, ma è l'applicazione che rende il "robot collaborativo".
Lo standard di riferimento per l'applicazione collaborativa è
ISO / TS 15066: 2016 – ROBOT E DISPOSITIVI ROBOTICI – ROBOT COLLABORATIVI
Lo standard sarà incluso nella nuova edizione di 2 importanti standard sui robot:
ISO 10218-1: Robotica – Requisiti di sicurezza per i sistemi robotizzati in ambiente industriale – Robot
ISO 10218-2: Robotica – Requisiti di sicurezza per i sistemi robotizzati in ambiente industriale – Sistemi robotizzati e loro integrazione
Nel settembre 2019 entrambi gli Standard erano allo stadio CD. Ora includono completamente i requisiti per le applicazioni collaborative. Ad esempio in ISO 10218-1:
5.14 Requisiti per i robot con funzioni di sicurezza per abilitare le applicazioni collaborative
Esistono quattro importanti funzioni che un robot deve avere per essere adatto ad applicazioni collaborative:
1- L'arresto monitorato di sicurezza
2- La guida manuale
3- Il monitoraggio di velocità e distanza
4- La limitazione di potenza e forza
L’arresto monitorato di sicurezza
Richiede un software o un dispositivo per mettere in pausa la funzione del robot quando il lavoratore si avvicina al robot con lo scopo di prevenire movimenti pericolosi. La funzione, nella nuova edizione della ISO 10218-1, sarà chiamata "arresto monitorato"
3.2.41.15 Arresto monitorato: funzione di sicurezza che controlla una condizione in cui il robot viene arrestato con la potenza dell'azionamento attiva
NOTA 1 per l'inserimento: in ISO 10218-1: 2011, questo tipo di arresto è stato chiamato "arresto controllato di sicurezza".
NOTA 2 per l'inserimento: l'arresto monitorato equivale alla definizione di "arresto di sicurezza 2" (SS2) come definito nella norma IEC 61800-5-2
Guida manuale
Il metodo consiste nel permettere all'operatore di muovere il robot mediante un dispositivo manuale per trasmettere comandi di movimento.
Nel nuovo standard verrà chiamato Apparecchiatura per la guida manuale.
Le guide manuali devono avere un pulsante di arresto di emergenza.
Monitoraggio di velocità e distanza
Il terzo metodo è il monitoraggio della velocità e della distanza, che aumenta la sicurezza specificando la distanza minima di protezione tra un robot e un operatore nell'area di lavoro collaborativo.
Questa funzione può essere implementata utilizzando diversi metodi. Ad esempio, un sistema di sensori esterno fornisce al controllore del robot i dati di posizione e velocità dell'operatore per il calcolo interno di un piano di movimento per mantenere la distanza di separazione.
Limitazione di potenza e forza
Il quarto metodo consente il contatto tra l'operatore e un robot, ma il requisito è il controllo della quantità di moto del robot per evitare lesioni e dolori.
La realizzazione delle funzioni definite PFL (dall'inglese Power and Force Limiting) può avvenire mediante un progetto intrinsecamente di sicurezza che può essere stabilito, non regolabile o configurabile, oppure mediante funzioni di sicurezza che possono essere regolate o configurate.
Per i robot con funzioni di sicurezza PFL regolabili o configurabili, il superamento di qualsiasi parametro limite deve causare un "arresto di protezione".